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la parrocchia

Borgo San Michele

 

Prendendo da Latina via Don Torello (don Carlo Torello, padre salesiano, è una delle colonne portanti della bonifica e della Chiesa locale, un gigante della fede e della carità che gli anziani ancora ricordano con stima, riconoscenza e commozione) si giunge a Borgo San Michele, la località che prima della Bonifica si chiamava Capograssa. Questa era una delle lande più malariche dell’Agro Pontino, con il bosco e la palude a scoraggiare anche i più temerari fra i pionieri. La costruzione della chiesa di San Michele Arcangelo fu presumibilmente ultimata nell’ottobre del 1932, secondo alcune testimonianze i fratelli Mercuri hanno partecipato ai lavori di costruzione della stessa. Quindi venne benedetta da don Giuliano Dottori Altea, parroco di Cisterna. Due anni dopo, ci fu una sottoscrizione per acquistare la statua dell’Arcangelo, di cui si fece promotrice la signora Maria Chemello Biasi. I salesiani, fra mille difficoltà, fecero il possibile e l’impossibile per assicurare l’assistenza religiosa alla povera gente del borgo. Il 1° gennaio del 1937, il cardinal Enrico Gasparri (vescovo di Velletri) eresse a parrocchia questa cappellania, affidata in seguito al clero diocesano.

Il primo sacerdote, nominato parroco, fu il Salesiano don Ettore Cianfriglia, di Gaetano. Di lui non é stato ritrovato il documento che ne decretasse la nomina, ma essa é ricavabile dal Decreto del Ministero dell'Interno - Direzione Generale del fondo per il Culto, datato 27 dicembre 1938, con il quale gli veniva concesso il Beneficio Parrocchiale. In tale decreto si dice che Don Ettore era stato nominato parroco della Chiesa Parrocchiale di San Michele Arcangelo con bolla del 18 Gennaio 1937. Con questa stessa data, però, é stato ritrovato un altro documento che nomina, come parroco di Borgo San Michele, Padre Rosso Giuseppe e non don Ettore Cianfriglia. Il motivo per cui Padre Rosso non divenne Parroco di Borgo San Michele, ma al suo posto, in quello stesso giorno, venne nominato Don Ettore Cianfriglia, non é stato possibile saperlo. In ogni caso, indipendentemente da ciò che successe, il Borgo ebbe il suo primo Parroco, ma la sua presenza continua trovò un grande ostacolo nella indisponibilità di una Casa Parrocchiale. Questa, pur essendo già stata costruita da diverso tempo, era però occupata in parte da Cacciafeste Giuseppina, ostetrica Comunale, ed in parte dal fruttivendolo Catavolo Giovanni. Dunque, don Ettore era costretto a continuare ad alloggiare a Littoria, presso la Parrocchia di San Marco. É forse per questo motivo che l'Archivio Parrocchiale di Borgo San Michele non inizia dalla sua nomina a Parroco. Infatti, durante il suo ufficio, gli atti dei Battesimi, Cresime, Matrimoni e Defunti venivano ancora registrati nei libri della Parrocchia di San Marco.

Don Anastasio Pica fu il primo parroco residenziale, dal 1943 al 1946: durante l’occupazione tedesca, gli uomini della divisione “Goering” si installarono nella canonica e lo minacciarono di morte più volte, sparando persino contro i vetri dell’abitazione per intimorirlo. Il coraggioso sacerdote difese a spada tratta i suoi parrocchiani dai soprusi e dalle angherie dei militi.

Gli subentrò poi don Pio Galadini, che rimarrà sino al 1959: lo sfollamento aveva pressoché lacerato il tessuto sociale e spirituale della comunità e le macerie facevano da lugubre contorno. Ma don Pio ebbe la forza e la costanza di aiutare la popolazione a reagire a quel drammatico scenario e a ricostruire ciò che la guerra aveva cancellato. Quando giunsero finalmente gli aiuti del “Piano Marshall”, sorsero le industrie anche da queste parti ed egli si adoperò per trovare lavoro a tante persone.

Il parroco lasciò successivamente il suo incarico e padre Pacifico Strinati resse la parrocchia per sei mesi. Intanto, il 7 novembre del 1959 (sono trascorsi quasi 50 anni!), si insediava nel borgo una comunità di religiose della Congregazione delle Suore Francescane Missionarie del Sacro Cuore (fu il signor Giovanni Libralato a sollecitare la loro presenza presso l’autorità ecclesiastica): suor Rita, suor Marilena, suor Lilia e suor Antonella aprirono la scuola materna, insegnarono l’arte del cucito e del ricamo alle giovinette, si impegnarono nel catechismo e nell’organizzazione dell’Azione Cattolica (ricostituita da don Pio Galadini). Il loro servizio darà notevoli e duraturi frutti (quattro giovani del posto si consacreranno alla vita religiosa: suor Silvia Magagna, suor Pierdomenica Chemello, suor Giannateresa Libralato e suor Adriana Libralato). Suor Mariagrazia è l’attuale responsabile delle brave francescane che continuano, con profonda umiltà e grande amore, a gestire il giardino d’infanzia e a impegnarsi a fondo nella catechesi e nelle varie attività della chiesa.

Monsignor Odoardo Felici divenne parroco il 22 novembre del 1959: era un sacerdote colto e amorevole con tutti. Don Odoardo fece innanzitutto restaurare la chiesa e la casa parrocchiale (era un appassionato dei lavori manuali e artigianali, e, all’occorrenza, si trasformava in muratore, elettricista, pittore… ma soprattutto era bravo come falegname). Abbracciò con convinzione le novità del Concilio Vaticano II, trasmettendole ai suoi fedeli. Insegnò religione e fu consigliere diocesano della Coldiretti, prima, e consigliere ecclesiastico provinciale della stessa, poi, nell’ambito della quale (negli anni Settanta) creò il “Club 3P”: Provare, Produrre e Progredire, una cooperativa di giovani che coltivavano fiori e piante ornamentali, condividendo la passione di mons. Felici per la botanica e vincendo addirittura una gara nazionale (in più si svolgevano attività sociali e culturali, e nacque il coro folkloristico: l’odierna schola cantorum). Il parroco aveva dato vita anche al “Piccolo Clero”, un folto gruppo di chierichetti che lo affiancavano nelle funzioni liturgiche. Si impegnò inoltre alla diffusione di Famiglia Cristiana, facendo recapitare copie pure alle persone che abitavano lontano dal Borgo. Le missioni in Camerun furono aiutate attraverso una suora di Borgo San Michele che operava in  quel paese, suor Pierdomenica Chemello. In occasione del suo 25° di sacerdozio chiamò i Padri Missionari per una Missione Mariana Parrocchiale, in seguito alla quale si iniziò il tradizionale Mese Mariano che si concludeva sempre con la processione per tutto il territorio della Parrocchia e la benedizione dei trattori. Ormai completamente afono, egli riuscì comunque a portare avanti il suo ministero sacerdotale sino alla fine.

Dal 1995, don Fabio Massimo Fiorini è stato parroco di questa comunità. In quel periodo si è costituito il gruppo di preghiera “Padre Pio” e sono iniziati i corsi di preparazione al matrimonio. Don Fabio ha coinvolto gli abitanti nell’attività pastorale, proponendo alcuni incontri di approfondimento e la Lectio Divina settimanale per circa 2 anni. E, proprio allora, hanno preso piede i campi scuola durante l’estate e le diverse iniziative per i giovani. Nel 1999 è sorta anche qui la Caritas, con un Centro di ascolto parrocchiale e la collaborazione con le altre caritas parrocchiali di Latina. Ogni giovedì, diversi volontari del posto collaborano con la mensa cittadina (una volta al mese si raccolgono i fondi). Sempre nel 1999 è giunto in Parrocchia don Enrico Scaccia, in quanto da circa 1 anno a don Fabio è stata affidata la cura anche della Parrocchia San Giuseppe di Borgo Grappa. Il parroco si è attivato per far modificare internamente la chiesa e un vecchio rustico è stato ristrutturato e adibito a sala parrocchiale. Ha suggerito pure l’idea di innalzare il capannone dietro la piccola chiesa, per poter accogliere meglio i numerosi fedeli nei tempi liturgici principali. E’ un’area verde e ben curata, dotata di stand e campi di bocce e calcetto (fatti costruire, rispettivamente, dagli anziani e dai volontari).

Don Massimiliano Di Pastina, quando gli è subentrato come parroco, ha provveduto alla ristrutturazione del presbiterio, facendo rettificare anche le cappelle laterali e sostituendo le vecchie statue. Inoltre, sono stati messi nuovi arredi sacri (tabernacolo, ambone, altare, crocifisso).

Da ormai tre anni, don Leonardo Pompei guida la parrocchia. L’opera di abbellimento della chiesa è proseguita con il rinnovo della sagrestia e dei banchi. Ci sono incontri settimanali di Adorazione Eucaristica e di lettura della Parola di Dio, e incontri mensili di catechesi per i genitori e di formazione per gli operatori pastorali. Nei tempi “forti” liturgici propone incontri di approfondimento con proiezione di filmati inerenti il periodo liturgico e pellegrinaggi con destinazioni mirate al cammino pastorale specifico.

Nell’ottobre 2008 è stato costituito il Gruppo di coordinamento Pastorale Parrocchiale, formato da alcuni rappresentanti delle diverse realtà pastorali operanti nella Parrocchia.

L’Oratorio è frequentato più o meno da duecentocinquanta ragazzi. Un piccolo gruppo di giovani del borgo, da dieci anni, si aggrega all’iniziativa diocesana a sostegno dei bambini e dei ragazzi disabili dell’Albania, raccogliendo alimenti, vestiario, medicinali, materiale scolastico e giocattoli.  La piazza principale di Borgo San Michele è intitolata al dottor Vito Fabiano, primo medico condotto della nostra terra pontina e benefattore dei poveri.

 

FONTE: Fortunato Iori