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Borgo Faiti

Il casale del Consorzio di Bonifica in rovina.

5/07/09

 

 

I casali del nostro territorio sono una risorsa o un problema? Un pezzo importante della nostra storia o ruderi da lasciare andare in rovina? Se si guarda quello del Consorzio di Bonifica in via Conti di Fondi a Borgo Faiti, la seconda risposta sembra la più plausibile. L’edificio rurale abbandonato, che si trova a pochi metri dal fiume Linea, come i tanti altri nelle stesse condizioni sparsi per tutto l'«agro redento», ormai versa in condizioni pietose: muri scrostati, tetto fatiscente, infissi rotti, interni esposti alle intemperie e, tutt’intorno, campi incolti, con l'erba alta che tuttavia non riesce a nascondere i rifiuti. Ci sono anche le bustine di profilattici usati in qualche incontro notturno: romantico sotto la luna e con il fiume nelle vicinanze, ma non certo quello che vorrebbero i cittadini di Faiti che aspettano da anni un giardino, con panchine, pista ciclabile e giochi per bambini. Insomma, attendono il recupero di uno spazio importante a beneficio di tutta la collettività del borgo. «Sono anni che i nostri amministratori ci fanno questa promessa - ci dice l'avventore di un bar, mentre sorseggia il suo caffè - Un ritornello che si ripete ogni volta che ci sono le elezioni. Parlano di acquisizione del rudere dall’Ente, per poi ristrutturarlo, ma poi non si vede più nessuno e l'argomento scompare fino alla tornata successiva » . In realtà la vendita è bloccata da un contenzioso in atto, mentre sarebbe già stato firmato un protocollo d’intesa tra il Comune, la Provincia (che hanno stanziato rispettivamente 35 e 50 mila euro) e il Consorzio (che avrebbe già incassato la cifra) per la realizzazione di un parco attrezzato sul terreno di pertinenza. In attesa che vengano espletate tutte le procedure tecniche e burocratiche, gli unici a frequentare quei terreni tra la strada d’accesso a Faiti dalla via dei Monti Lepini e il fiume Linea, oltre agli amanti notturni, sono i pescatori, che soprattutto nel fine settimana trascorrono il loro tempo sulle sponde del corso d’acqua. Intanto la bella costruzione rimane abbandonata, senza recinzione ed esposta all’incuria. Le porte al pianterreno sono tamponate per impedire le intrusioni e che diventi la dimora di fortuna di sbandati e senzatetto, mente le finestre del piano superiore sono spalancate e i vetri in frantumi. Un destino condiviso con tante altre strutture analoghe, soprattutto con quelle appartenenti ai vari enti che, ormai con le casse vuote, non sono in grado di utilizzare nè conservare questi tipici esempi di edilizia rurale del periodo successivo alla bonifica. Eppure il luogo sarebbe suggestivo con il recupero del fabbricato, con la realizzazione di giardini e di eventuali postazioni di «birdwatching » per l'osservazione degli uccelli acquatici che, soprattutto in certi periodi, affollano il canale. E invece continua ad essere il testimone di un'altra occasione mancata, simbolo del degrado all'ingresso di Borgo Faiti.

 

FONTE: Latina Oggi

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