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Nexans, chiusura imminente

15/05/10

 

Esplode la crisi alla Nexans. I lavoratori hanno infatti costituito un presidio permanente all’esterno della fabbrica per bloccare l’uscita di macchinari, proclamando uno sciopero di 8 ore per lunedì mattina. Una decisione arrivata al termine di una giornata trascorsa sul filo della tensione. La rabbia di operai ed impiegati è esplosa intorno all’ora di pranzo, dopo che in fabbrica erano uscite alcune indiscrezioni rispetto alla chiusura imminente dello stabilimento. «Rumors» che sommati alla mancanza totale di commesse negli ultimi giorni ha portato i dipendenti alla mobilitazione. Prima una riunione davanti ai cancelli della fabbrica e l’idea di non far uscire nessun macchinario, un atto contestato dalla dirigenza che ha richiesto l’intervento delle Forze dell’ordine (Carabinieri e Polizia). Poi, dopo un confronto con i segretari provinciali delle organizzazioni sindacali, l’articolazione della nuova protesta: presidio permanente e sciopero. Ormai la situazione alla Nexans è critica e la chiusura sembra essere dietro l’angolo. «Sono dieci giorni che in fabbrica non arrivano nuove produzioni: ormai il lavoro è terminato - spiegano Cristian Della Portella, Salvatore Chiera e Michele Astore, rispettivamente rsu aziendali di Ugl, Cgil e Confail insieme ad Alessandra Crociara (Ugl) - Ci sentiamo presi in giro perché in questi anni al management abbiamo sempre accordato fiducia. E questo è il modo in cui ripagano. Ma chiaramente non ci arrendiamo: abbiamo deciso che non faremo uscire nessun macchinario fino a quando non avremo certezze per il futuro». Attualmente l’azienda, dove si producono cavi di alta e media tensione, dà lavoro a quasi 300 persone: 190 sono i dipendenti a tempo indeterminato a cui vanno aggiunte oltre 40 persone con contratto di somministrazione (determinati o interinali). Inoltre c’è da considerare tutto l’indotto: dalla società di pulizia a quella di manutenzione. Si può dunque capire come un’eventuale chiusura potrebbe nuocere gravemente sull’occupazione di una provincia già gravemente provata dalla crisi. «Questo protesta è la risposta del personale alle voci delle ultime ore che parlano di un disinteresse delle Nexans - spiega Dario D’Arcan - gelis, segretario generale della Filctem Cgil - C’è esasperazione per il clima che si è venuto a creare». Parole condivise anche dalla Femca Cisl. «Purtroppo non abbiamo avuto né conferme, né smentite rispetto alla notizia del possibile addio dell’impresa - commenta il segretario provinciale, Roberto Cecere - D’altronde avevamo lanciato l’allarme già a febbraio chiedendo un tavolo di concertazione visto che i dipendenti avevano capito che a maggio le commesse sarebbero terminate». Molto probabilmente il futuro della società si conoscerà nel vertice con i dirigenti nazionali che si terrà il 24 maggio. Un summit in cui sarà importantissimo avere il supporto delle istituzioni. «Dobbiamo rimboccarci le maniche, soprattutto la politica perché ogni giorno arriva una nuova mazzata per l’industria del territorio - continua Cecere - Bisogna unire le forze e concordare una strategia comune da mettere in campo». Una linea su cui concorda anche l’Ugl Chimici. «Dobbiamo cercare con ogni strumento possibile di dare una speranza al personale Nexans - dice Armando Valiani - scongiurando l’addio della multinazionale francese».

 

FONTE: Latina Oggi

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